Storia

"Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei, rimane li' ad aspettarti”

Storia di Sant'Angelo all'Esca

Il paese sorge su un dolce declivio collinare.
Un luogo propiziatorio, prescelto – nell’antichità – per edificare un tempio a Cerere, la dea delle messi. Anche Dioniso fece la sua parte, donando al territorio un vitigno come l’aglianico, che qui rappresenta una produzione autoctona di eccellenza.
Siamo in una terra dionisiaca – appunto – solcata da rivoli di rosso rubino scelta dal dio per dar vita al sanguigno e corposo aglianico che ha nome Taurasi. E, a un etereo Fiano, a un nobile Greco, bianchi DOGC d’Irpinia.
Il possedimento – che faceva parte di un ager qui fuerat Taurasinorum – era occupato dai coloni romani della tribù Cornelia, e usato come deposito di granaglie, al fine di fornire aiuto e viveri ai romani di Aeclanum, colonia di Roma.
L’appellativo Esca potrebbe derivare da iscla, zona pianeggiante e ricca di acqua, o dall’etimo greco, èoxàpai, l’altare su cui si immolavano le vittime sacrificali. A suggello dell’ipotesi che – qui – fu sepolta Lollia, una sacerdotessa di Cerere.
Le origini del paese sono – dunque – avvolte dalla Leggenda, e non c’è un rimando a fonti certe.
Si ipotizza la presenza di insediamenti romani, stanziatisi in loco, proprio per la congenialità del terreno alla coltivazione della vite e dell’uva.

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